Le Sale delle Arti, al secondo piano della Reggia di Venaria, ospitano fino al 18 giugno la straordinaria esposizione All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi incentrata su due importanti opere conservate ai Musei Vaticani, il celebre arazzo leonardesco dell’Ultima Cena e il baldacchino di Clemente VII, disegnato da principali allievi e collaboratori di Raffaello.
Dal Cinquecento e per i successivi quattro secoli i due arazzi sono stati protagonisti delle principali cerimonie sacre che si svolgevano alla corte pontificia, in particolare nel periodo pasquale come la Coena Domini e la Lavanda dei piedi, celebrazioni che si svolgevano in tutte le corti cattoliche e anche in quella sabauda.
Ancora oggi avvolto dal mistero, il celebre arazzo che si ispira all’Ultima di Cena di Leonardo, conservato nella Pinacoteca Vaticana, è stato restaurato ed oggetto di approfonditi studi, in occasione delle celebrazioni vinciane del 2019. Tessuto in filati di seta, oro e argento, il prezioso manufatto si presenta con le stesse misure dell’affresco realizzato da Leonardo da Vinci per il refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano, cinque metri per nove e riproduce, in maniera fedele, nella disposizione e nell’attitudine, le figure degli apostoli alla sacra mensa ma lo sfondo è diverso e presenta ricche quinte in stile rinascimentale. Il famoso sfumato leonardesco viene riproposto con la tecnica dell’achure con la quale l’arazziere creava sfumature fino a rendere questi umani i personaggi, senza contare l’altissima qualità tecnica nella resa degli oggetti, frutta, vasellami, bicchieri, posti sulla tavola. Con molta probabilità il grande arazzo venne realizzato nelle Fiandre su commissione di Luisa di Savoia e del figlio Francesco I re di Francia.
L’arazzo infatti venne donato da Francesco I a Papa Clemente VII in occasione del matrimonio del secondo genito Enrico di Valois con Caterina de’ Medici nipote del pontefice che si svolse a Marsiglia il 28 ottobre del 1533 e che doveva suggellare l’alleanza tra Francia e papato. Il restauro condotto all’interno del Laboratorio di Restauro Arazzi e Tessuti dei Musei Vaticani e durato un anno e mezzo sotto la direzione di Alessandra Rodolfo oltre a riportare l’opera all’originario splendore ha permesso di stabilire una nuova datazione che lo collocherebbe dopo il febbraio del 1516 periodo in cui Leonardo era ancora presente in Francia, in mancanza di notizie documentarie rimane ancora aperta la questione dell’autore del cartone e della manifattura. Il celebre arazzo è stato esposto nell’estate del 2019 in Francia nel Castello di Clos Lucé dove Leonardo si spense il 2 maggio del 1519.
Sebastiana Gangemi