Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Montreal in collaborazione con École de langues Université Laval Québec la mostra “Drawing Dante” La Divina Commedia a fumetti sarà aperta al pubblico fino al 22 settembre presso la Bibliothèque dell’Université Laval.
Da sempre, sin dal suo esordio, l’opera del Sommo Poeta ha stimolato artisti di ogni epoca a confrontarsi con i suoi versi e a darne una rappresentazione grafica capace di immergerci nelle atmosfere descritte nel testo scritto in volgare, il viaggio nell’aldilà attraverso le tre Cantiche, emblema del patrimonio culturale italiano.
Primo fra tutti Sandro Botticelli, abile pittore, non fu certo da meno nell’esercizio del disegno cimentandosi nella memorabile impresa, nell’ultima decade del Quattrocento, lui che ben conosceva il testo della Divina Commedia, regalandoci una delle prove più alte nell’interpretazione dei versi danteschi.
A lui fece seguito l’opera di Federico Zuccari che verso la fine del Cinquecento, durante il suo soggiorno in Spagna, realizzò ottantotto disegni per illustrare la Divina Commedia, oggi questa serie di opere fa parte della collezione del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
In tempi a noi più vicini l’opera ottocentesca di Gustavo Dorè è senza dubbio quella che più di ogni altra è entrata nell’immaginario collettivo fino all’edizione mondadoriana del 1970 con i disegni ad opera di Renato Guttuso. L’espressione contemporanea oggi più diffusa è quella del fumetto e del Graphic Novel e nella mostra canadese dodici illustratori e artisti italiani sono stati invitati per creare un’opera artistica in omaggio a Dante Alighieri, accanto a queste creazioni in esposizione anche adattamenti del poema nella versione a fumetto.
Rappresentare la Divina Commedia a fumetti può sembrare irriverente, quasi sacrilego tanto appare distante un poema medievale da questa tecnica narrativa moderna che solo negli ultimi anni ha ricevuto una patente di rispettabilità e sta diventando un vero e proprio genere artistico, una nuova forma di espressione.
Eppure, parlando di linguaggi, Dante stesso ne inventava uno nuovo componendo la sua opera in una lingua che prima non esisteva. Il volgare fiorentino diventa con il poema dantesco lingua degli italiani e base della nostra tradizione letteraria.
Sebastiana Gangemi